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- Autore: Alessia Di Giulio
- Pubblicato: Luglio 22, 2020
- Categoria: Benessere, Salute
Chirurgia Refrattiva: PRK
La chirurgia refrattiva comprende diverse tecniche chirurgiche utilizzate per correggere difetti della vista.
La PRK, o cheratectomia fotorefrattiva, è un intervento che consente di modificare permanentemente la forma della cornea, per ridurre o eliminare la miopia, l’ipermetropia o l’astigmatismo.
E’ dall’età di 11 anni che soffrivo di miopia e ho deciso di sottopormi a questo intervento per rimuovere i miei 5,75 di miopia ad entrambi gli occhi e uno 0,50 di astigmatismo al mio occhio destro.
Io ho scelto il metodo PRK in quanto è stata la prima procedura utilizzata per trattare gli errori di rifrazione: corregge la curvatura della cornea che permette di focalizzare meglio la luce sulla retina, fornendo una visione decisamente più chiara.
Esistono anche altre procedure, come ad esempio la LASIK.
Entrambe le procedure, PRK e LASIK, utilizzano un laser ad eccimeri per rimodellare la cornea e correggere i difetti di rifrazione.
Durante la PRK, il laser rimuove per ablazione il tessuto corneale nella parte anteriore dell’occhio, appena sotto l’epitelio, agendo direttamente sulla superficie della cornea, mentre nella tecnica LASIK il laser viene applicato dopo la creazione ed il sollevamento di un lembo di tessuto corneale.
La chirurgia LASIK è la procedura più popolare, in genere utilizzata per difetti visivi medi ed elevati, ma valida anche nelle forme lievi, mentre quella PRK è più adatta ai pazienti con cornee sottili o che presentano particolari anomalie corneali.
ATTENZIONE: è sempre importante seguire la guida e il giudizio del chirurgo per determinare l’intervento che potenzialmente consente di ottenere risultati migliori.
Ho deciso di sottopormi all’intervento PRK, invece del LASIK, perché, malgrado abbia una cornea spessa e il recupero di questa tipologia di intervento sia più lento, il risultato ha una maggiore prevedibilità con un rischio di complicanze pari all’ 1-5 %, diversamente dal LASIK che presenta un rischio del 25-30%. Inoltre, con il PRK non ci sono rischi di aumento della pressione intraoculare e non ci sono rischi praticando sport di contatto.
Prima dell’intervento di chirurgia refrattiva, mi hanno sottoposta ad un attento riesame delle condizioni di salute generale e degli occhi. La forma della superficie anteriore degli occhi viene mappata con uno strumento chiamato topografo corneale, mentre lo spessore della cornea viene misurato con un pachimetro.
E’ fondamentale non utilizzare lenti a contatto per almeno 20 giorni prima dell’intervento e non truccarsi, assicurandosi di non avere residui di trucco sugli occhi, prima di sottoporsi all’intervento.
Il giorno dell’operazione mi hanno instillato negli occhi alcune gocce: un antibiotico per prevenire ogni possibilità di infezione e un anestetico per intorpidire leggermente la superficie corneale.
Tra le palpebre mi hanno posizionato uno speculum per impedire all’occhio di chiudersi e mi hanno invitato a fissare una luce di riferimento. Prima dell’ablazione, il chirurgo ha rimosso un sottile strato del tessuto più esterno che ricopre la cornea (epitelio corneale). In seguito ha utilizzato il laser ad eccimeri programmato in base a calcoli effettuati dopo la visita oculistica preliminare.
La chirurgia laser offre, quindi, la possibilità di correggere in modo esatto il difetto di rifrazione, inviando fasci di luce, che durano solo pochi miliardesimi di secondo, in coordinate pre-stabilite sulla cornea.
La tecnica utilizza anche un sistema di monitoraggio, che traccia la posizione dell’occhio del paziente da 60 a 4000 volte al secondo, consente di seguire effettivamente i movimenti oculari, reindirizzando con precisione gli impulsi.
Strumenti laser più moderni centrano automaticamente l’asse visivo del paziente, quindi sospendono l’ablazione se l’occhio si muove e riprendono quando è nuovamente in posizione.
La procedura richiede circa 5-10 minuti, ma può variare a seconda della complessità della correzione necessaria.
Non ho percepito alcun tipo di dolore durante la PRK, ma solo una leggera pressione intorno agli occhi.
Quando l’intervento è terminato, il dottore mi ha instillato del collirio, per proteggere gli occhi e mi ha posizionato una lente a contatto morbida, per agevolare la prima fase di guarigione, che è avvenuta entro i primi 3-4 giorni dopo la PRK.
Durante questo periodo ho avvertito una leggera irritazione, sensibilità alla luce e un leggero fastidio dovuto alla presenza delle lenti a contatto, ma nessun tipo di dolore.
Per agevolare il recupero post-operatorio, è necessario prestare particolare attenzione alle istruzioni dettagliate del medico.
L’oculista personalizza il regime terapeutico in base alle esigenze individuali post-operatorie.
Io ho applicato un collirio antinfiammatorio ed un antibiotico topico.
Le lacrime artificiali possono essere necessarie per limitare gli effetti della secchezza oculare, fino ad un anno dopo la procedura o nel lungo termine. Anche in questo caso, le procedure sono estremamente soggettive e non posso assolutamente fornire le mie linee guida.
Ti basterà sapere che il processo di guarigione prosegue per mesi dopo l’intervento chirurgico, ma il disagio tende a diminuire progressivamente entro alcuni giorni. Nel mio caso, ad esempio, a distanza di quasi due mesi dall’intervento sto avvertendo un notevole miglioramento nella vista.
Se stai valutando di operarti per correggere il tuo difetto della vista, ti consiglio di non aver timore, perché è molto più semplice di tantissimi altri interventi chirurgici.
Con le tecniche moderne e i numerosi progressi effettuati, il risultato è quasi garantito.
Ti consiglio soltanto di affidarti ad un bravo dottore e seguire alla lettera tutte le sue direttive.
Spero che questo articolo ti sia stato utile.
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Un abbraccio, a presto!