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- Autore: Alessia Di Giulio
- Pubblicato: Luglio 27, 2020
- Categoria: Benessere, Salute
Alimentazione Vegetariana: Moda o Salute?
Negli ultimi anni l’alimentazione vegetariana ha riscontrato un netto aumento a discapito di quella onnivora.
A dispetto di quella che viene considerata un semplice “moda”, l’alimentazione vegetariana si basa su motivazioni di tipo etico, ecologico e animalista, ma anche salutistiche o religiose.
La scelta animalista non ha bisogno di spiegazioni. Infatti, oggi, questa scelta è ancora più motivata dalle condizioni degli allevamenti intensivi da cui provengono gli animali destinati all’alimentazione umana.
La scelta etica è dovuta al rispetto per le popolazioni che hanno problemi di disponibilità alimentare.
La scelta ambientalista nasce sulla base della valutazione dell’impatto ambientale causato dalla produzione dei diversi alimenti.
Infatti, ogni alimento, in base alle caratteristiche produttive, ha un impatto sull’ambiente che viene espresso in termini di impronta ecologica (un indicatore complesso che permette di comprendere quanto territorio è necessario per sostenere una determinata popolazione).
Per facilitarti la comprensione, utilizzando come unità di misura il campo da tennis, ogni persona all’anno, con il menu vegetariano consuma 27 campi da tennis, mentre con quello onnivoro consuma ben 37 campi da tennis.
Infatti, per produrre 1 kg di carne servono 20 metri quadrati di terreno.
Perciò, i dati sembrano supportare fortemente la dieta vegetariana in riferimento alla tutela dell’ambiente.
In un certo senso la scelta etica e quella ambientalista sono strettamente correlate.
Il regime nutrizionale dei vegetariani, dunque, esclude in generale il consumo di alimenti di origine animale.
Le diete vegetariane tradizionali si distinguono in latto-ovo-vegetariane, latto-vegetariane e ovo-vegetariane.
Poi ci sono gruppi, come vegani, crudisti e fruttariani, che escludono anche il consumo di derivati, quali latte e uova.
La domanda che sorge spontanea, in chi non segue una dieta vegetariana, è se questo regime nutrizionale sia sufficientemente completo ed equilibrato per l’organismo umano.
Infatti, affinché una dieta vegetariana ricopra gli adeguati fabbisogni nutrizionali, è necessario che reperisca i nutrienti tipicamente contenuti in alimenti di origine animale da altre fonti alimentari.
Pertanto è necessario che l’alimentazione sia molto varia.
Ciò non significa che la varietà della dieta non sia importante anche per gli onnivori. Infatti, un onnivoro che segue una dieta estremamente monotona rischia di avere più carenze nutrizionali di un vegetariano che invece segue un’alimentazione varia ed equilibrata.
In media una dieta vegetariana tradizionale è in grado di coprire il fabbisogno nutrizionale di un individuo nei differenti stati fisiologici (gravidanza, allattamento, svezzamento e menopausa).
Un regime di tipo vegano, invece, potrebbe essere insufficiente a coprire il fabbisogno nutrizionale anche nell’adulto sano.
Tuttora uno dei problemi principali dell’alimentazione vegetariana, ma in particolare vegana, è la potenziale carenza di vitamina B12, un elemento che si trova solo negli alimenti di origine animale.
Infatti, chi segue una dieta vegana, necessita di ricorrere all’integrazione.
Tuttavia, anche per chi è onnivoro si registra un calo nell’assorbimento della vitamina. Pertanto, si raccomanda l’integrazione anche a chi non segue un regime alimentare vegano.
Un altro problema dibattuto è quello del ferro, un elemento presente nella carne in una forma più disponibile per il nostro organismo rispetto a quella in cui è presente nei vegetali.
Sembra, però, che il macrobiota intestinale dei vegetariani, modificato rispetto a quello degli onnivori, sia in grado di aumentare l’assorbimento di ferro dai vegetali, riequilibrando, quindi, un’eventuale carenza di questo elemento.
Negli ultimi anni è nato un acceso dibattito su quale fosse, tra alimentazione onnivora e alimentazione vegetariana, quella ad aver il miglior impatto sulla salute.
In seguito sono stati fatti degli studi che aiutassero a capire meglio la relazione tra dieta e salute.
Tra gli studi epidemiologici che mettono a confronto le diete onnivore con quelle vegetariane, certamente quello principale è il progetto EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition).
Lo studio ha coinvolto 520.000 persone provenienti da 10 paesi europei.
Lo scopo di EPIC è quello di investigare i rapporti tra dieta, fattori ambientali e stili di vita, con l’incidenza di cancro e di altre malattie croniche.
Dall’osservazione dei dati di EPIC e degli altri studi epidemiologici è emerso che:
- c’è una netta correlazione tra diminuzione del rischio di malattie cardiovascolari e dieta vegetariana o vegana;
- non ci sono risultati significativi relativamente ad un minor rischio di incidenza/mortalità di cancro e mortalità generale in chi segue una dieta vegetariana o vegana;
- in particolare la diminuzione del consumo di carne, uova e latticini non porta ad una minor incidenza del tumore mammario mentre sembra avere un effetto significativo per le neoplasie del colon;
- solo la carne lavorata (insaccati, carne in scatola) sembra accrescere il rischio delle donne di ammalarsi di carcinoma mammario.
I vegetariani hanno mediamente uno stile di vita salutista, fatta eccezione per coloro che adottano abitudini malsane (fumare, bere alcol ecc).
Infatti, coloro che adottano un’alimentazione vegetariana, hanno una minor incidenza di patologie cardiovascolari.
Un dato interessante emerso dagli studi è che, rispetto al rischio cancro, mentre non c’è alcuna differenza significativa tra vegetariani/vegani e onnivori, c’è invece una notevole differenza tra chi segue una dieta carnivora e chi segue la dieta mediterranea.
Questo porta a concludere che non è l’assenza di carne e derivati a mostrare un beneficio in termini generali, ma soltanto un loro minor consumo.
Come in ogni circostanza, è l’eccesso a dimostrarsi un difetto.
Nell’articolo “Carne Rossa: Fa Male?” troverai tutti gli ultimi studi condotti e la mia opinione in merito.
Le diete vegetariane/vegane necessitano di un livello di attenzione elevato e, se scegli questo regime nutrizionale, ti consiglio di farlo, almeno nella fase iniziale, sotto la guida di un nutrizionista, poiché le diete vegane devono essere supportate da integratori: Vitamina B12, vitamina D, zinco e acidi grassi Omega 3.
In generale, è consigliabile che il passaggio da dieta onnivora a vegetariana/vegana sia graduale per dare il tempo al macrobiota intestinale di adattarsi al nuovo regime alimentare.
Spero che questo articolo ti sia stato utile e mi farebbe piacere lasciassi un commento condividendo la tua opinione/esperienza con me e la mia community.