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- Autore: Alessia Di Giulio
- Pubblicato: Agosto 4, 2020
- Categoria: Benessere, Salute
Pasto Libero In Dieta: Sì o No?
Il pasto libero è un argomento dibattuto, spesso causa di circoli viziosi di digiuni e abbuffate.
Che si voglia chiamare pasto libero, sgarro o cheat meal la domanda più frequente è: “Mi farà ingrassare?”
Per quanto possa insorgere l’idea che con il pasto libero si rovina il lavoro di mesi, in realtà non è così.
Il motivo principale è che ciò che fa davvero la differenza nel raggiungere il proprio obiettivo sono le scelte che si fanno quotidianamente, non le eccezioni.
Inoltre, il pasto libero è importantissimo dal punto di vista psicologico, poiché permette di prendere una pausa dalla rigidità della dieta, di godere della propria vita sociale e del valore conviviale del cibo.
Purché non si trasformi in un’abbuffata, questo momento di “libertà” è terapeutico perché rappresenta un’occasione per concedersi qualcosa di diverso, come la pizza, l’aperitivo o la torta tanto agognata in compagnia dei propri amici o parenti.
Nel tempo mi sono resa conto che molti miei clienti cercano il mio sostegno soprattutto nei giorni di festa e meno nei giorni di dieta, dunque ho realizzato che erano spaventati dal pasto libero.
Molti miei clienti sono in trepidante attesa del pasto libero, ma quando arriva il momento mangiano meno (in termini di porzioni o di calorie) di quanto mangiano nei giorni di dieta, con annessi sensi di colpa per paura di aver esagerato e rovinato il lavoro fatto con tanto impegno.
A seconda della condizione nutrizionale di partenza e degli obiettivi che si vogliono raggiungere, si possono stabilire uno o più pasti liberi al giorno o alla settimana. Abbiamo:
- Un pasto libero (o cheat meal): un solo pasto in cui non si hanno vincoli di scelta in termini sia quantitativi che qualitativi degli alimenti da consumare.
Attenzione: questo non significa che si può mangiare tutto ciò che vuole in un pasto.
Il pasto libero è costituito da:
-un antipasto + un primo + un dolce;
-un antipasto + un secondo + del pane;
-una pizza;
-sushi.
Il gelato può essere a qualsiasi gusto, la pizza può avere sopra ciò che più vi piace e il dolce non dev’essere per forza alla frutta.
Insomma, scegli ciò che più ti piace, non ciò che pensi sia meno calorico per “ridurre il danno”.
- Più pasti liberi (o cheat day): in questo caso la giornata deve essere programmata bene per evitare che si trasformi in uno spizzicare continuo. E’ importante mantenere il frazionamento dei pasti (colazione, pranzo, cena e 1-2 spuntini) e che ciascun pasto non diventi un’abbuffata.
Esempio di una giornata con pasti liberi:
-Colazione: brioche;
-Pranzo: pizza;
-Spuntino: gelato;
-Cena: sushi.
La scelta di concedersi uno o più pasti liberi è personale: non esistono regole o un’unica soluzione che vada bene per tutti.
Se hai già raggiunto il tuo obiettivo e hai autocontrollo e consapevolezza del tuo corpo e del tuo senso di fame e sazietà, potrai tranquillamente decidere di concederti uno o più pasti liberi, se lo desideri.
Se hai un obiettivo da raggiungere e hai iniziato da poco il tuo percorso, hai paura di sbagliare e la tua capacità di ascoltarti non è ancora raffinata, affidarti a una persona competente che possa aiutarti a trovare una strategia ottima per le tue esigenze fisiche e psicologiche, può essere molto utile.
Se sei una persona a cui mangiare sano non pesa, ma rappresenta una scelta di vita che ti rende felice e non hai necessità di staccare dall’alimentazione equilibrata perché non avverti alcun tipo di privazione, ti consiglio di continuare per questa strada.
Io personalmente non vedo la mia sana alimentazione come una prigione dalla quale fuggire, ma amo concedermi, quando sono in compagnia o in occasioni speciali, un pasto libero. E confesso che non è stato sempre così: non ho sempre avuto un rapporto spensierato e sereno con il cibo. Perciò, se pensi di non poter mai riuscire a trovare un equilibrio, sappi che ti sbagli. In questo articolo puoi leggere la mia storia e la mia evoluzione.
Questo è ciò che conta di più per ottenere un vero equilibrio psicofisico: riuscire ad ascoltare il proprio corpo e la propria testa e capire quando si ha bisogno di staccare per qualche ora o per qualche giorno.
Oltre alla difficoltà che si può avere nell’ascoltare i propri bisogni, c’è un’altra grande difficoltà nel gestire il pasto libero (in termini di quantità) data dalla conseguenza di una alimentazione squilibrata durante la settimana e/o da un cattivo rapporto col cibo.
Se arrivi al pasto libero da un periodo senza carboidrati o da una dieta particolarmente povera di calorie, l’abbuffata sarà assicurata.
Il primo passo per interrompere il circolo vizioso di digiuni, esclusione di qualche nutriente e abbuffate, è affidarsi a una persona competente che possa realizzare, secondo le tue personali necessità e gusti, una dieta bilanciata.
Se può interessarti, nell’articolo: “Anoressia e Bulimia: cosa sono realmente?” parlo dettagliatamente dei disturbi alimentari e delle abbuffate. Clicca qui per leggerlo.
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